Un nuovo ricorso al Tar sulla moschea

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Islamici contro l’ordinanza che respinge la richiesta di sanatoria

È sempre più muro contro muro tra amministrazione comunale e centro culturale islamico per la vicenda della moschea di via Fugazza, e ora si va verso un nuovo ricorso al Tar: il comune ha ricusato la richiesta di sanatoria che i legali degli islamici avevano presentato il 14 marzo scorso, solo quattro giorni prima che l’amministrazione notificasse l’ordinanza che li obbliga a lasciare libero lo stabile entro il 18 maggio prossimo. L’ordinanza del comune riprendeva quella del settembre 2009 sospesa per effetto del ricorso al Tar da parte degli islamici. Avendo ottenuto invece piena ragione dal Consiglio di Stato a dicembre scorso, l’amministrazione, dopo un’attenta valutazione, il 18 marzo scorso ha emesso di nuovo l’ordinanza indicando entro 60 giorni l’obbligo di ripristino delle condizioni iniziali dello stabile, compresa la destinazione d’uso artigianale. Se così fosse, il centro culturale dovrebbe chiudere definitivamente.
Proprio per aggirare questo obbligo, però, in una lotta a colpi di fioretto legale, il centro islamico ha anticipato la mossa del comune con una richiesta di sanatoria per le opere. La legge prevede espressamente che non siano applicabili sanzioni nelle more di una risposta per una richiesta di sanatoria. Per questo la settimana scorsa i legali del centro islamico hanno intimato al comune entro cinque giorni di sospendere l’ordinanza in attesa di una risposta alla richiesta di sanatoria, pena il ricorso al Tar. Il comune ha quindi fatto la sua nuova mossa: ha ricusato la richiesta di sanatoria. Né sì, né no, la richiesta è irricevibile per gli uffici comunali, perché i tecnici hanno presentato una domanda che conteneva richieste diverse e non accomunabili. «La richiesta chiede di sanare l’abuso edilizio individuato dal comune e insieme di fare il cambio di destinazione d’uso e insieme di permettere la realizzazione di nuove opere, ma non si può fare tutto insieme - spiega l’assessore all’urbanistica Davide Cerati -. A nostro avviso avrebbero dovuto prima riportare la situazione allo stato iniziale, sanando gli abusi e riportando a destinazione artigianale. A quel punto avrebbero poi potuto fare domanda con normale permesso di costruire per la trasformazione in destinazione a terziario, con gli eventuali lavori necessari». Rimane quindi salvo il principio sancito dal consiglio di stato che in via Fugazza gli islamici non devono più pregare, come invece fanno oggi. E dalla risposta del comune consegue anche che dal 18 maggio scatteranno i controlli per verificare che l’ordinanza sia rispettata. «Il comune non ha un atteggiamento persecutorio e ciò è dimostrato anche dai tempi con cui ci siamo mossi, che sono stati rispettosi dell’iter amministrativo e improntati a prudenza - conclude Cerati -. Continueremo ad avere questo atteggiamento, che prevede solo il rispetto delle regole». Tuttavia, l’interpretazione del comune a proposito della sanatoria non sarebbe univoca, e gli islamici hanno già preannunciato l’avvio di un nuovo procedimento al Tar finalizzato alla una sospensione urgente dell’ordinanza comunale.