Via libera agli aiuti per i produttori di ortaggi danneggiati dalla paura per il batterio killer: entro il 30 giugno le aziende agricole interessate potranno presentare domanda di accesso ai fondi europei. La procedura è stata definita in un vertice in Regione Lombardia che ha riunito al tavolo Province e organizzazioni di prodotto.
“Naturalmente nel Lodigiano, come del resto in tutto il Paese, non c'è nessun allarme per l'escherichia coli – spiega l'Assessore all'Agricoltura della Provincia di Lodi, Matteo Boneschi -. Ma si tratta di andare incontro a quelle aziende che per la psicosi diffusa si sono ritrovate con il raccolto invenduto. In sostanza, per paura, la popolazione non ha più acquistato determinati ortaggi, la grande distribuzione li ha ritirati dagli scaffali e le organizzazioni di prodotto e i coltivatori si sono ritrovati con la merce stoccata o ancora sui campi a marcire”. Il decreto con cui il 21 giugno l'OPR (Organismo pagatore regionale) ha recepito la circolare Agea (l'Agenzia nazionale per le erogazioni agricole) inerente le "Misure urgenti di gestione delle crisi di mercato dei prodotti ortofrutticoli conseguente ai casi di contaminazione da escherichia coli" fa riferimento a tutte le ipotesi di indennizzo disponibili per i produttori: ritiro dal mercato, raccolta prima della maturazione e mancato raccolto. Nel Lodigiano si tratta di poche aziende interessate a questo tipo di produzione (in particolare pomodori e zucchine); complessivamente meno di una decina.
“Per ora si è fatto avanti per chiedere informazioni un solo produttore, per un quantitativo stimato in 30 quintali di pomodori. Comunque, le aziende interessate potranno presentare domanda per l'accesso ai fondi solo attraverso le organizzazioni di prodotto – spiega l'Assessore Boneschi – e da queste la richiesta dovrà arrivare direttamente all'OPR. Il ruolo della Provincia sarà eventualmente solo di controllo, per verificare che sia avvenuto l'effettivo stoccaggio della merce o che, in caso di mancato raccolto, i prodotti siano rimasti davvero nei campi e vengano avviati allo smaltimento e non commercializzati”. Le eccedenze potrebbero essere destinate alla produzione di biomasse o all'alimentazione animale. “Si tratta di una situazione contingente – spiega ancora Boneschi – per far fronte a una crisi che non è nata nel nostro Paese e di cui si cerca di far pagare le minori conseguenze possibili ai nostri agricoltori”.