In data odierna, alle ore 13.00, è stata data esecuzione al provvedimento emesso dal G.I.P. del Tribunale di Milano, d.ssa Cristina di Censo, in data 30 giugno 2011, che dispone il sequestro preventivo dell’area di discarica presente presso l’impianto PANTAECO srl in località Coste Fornaci di Casalpusterlengo.
Le indagini, coordinate dal Procuratore Aggiunto Ilda Boccassini della D.D.A. di Milano e dal Sost. Procuratore Paolo Nicola Filippini del 2° Dipartimento della Procura della Repubblica di Milano (Pubblica amministrazione e rifiuti) ed eseguite dalla Polizia Provinciale e dal Nucleo Tutela Ambientale presso la della Procura della Repubblica di Lodi con la collaborazione del Dipartimento Ambiente della Provincia di Lodi e ARPA hanno portato all’emissione del provvedimento di sequestro nei confronti degli amministratore della Pantaeco per i seguenti reati:
a) Art 110 e 260 d.lgs 152/2006 - attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti - (pena prevista reclusione da uno a sei anni)
perché in concorso tra loro, al fine di conseguire un ingiusto profitto, con attività continuativa ed organizzata nel tempo, tramite operazioni commerciali, l’organizzazione e la direzione delle risorse umane, l’allestimento di mezzi meccanici e di aree logistiche, ricevevano, gestivano e smaltivano, mediante successiva messa a dimora in discarica nell’impianto della Pantaeco srl sito in località Coste Fornaci di Casalpusterlengo, ingenti quantitativi di rifiuti speciali, superando di 81.835 metri cubi i volumi autorizzati.
Nello specifico venivano smaltiti abusivamente oltre 52.000 tonnellate di rifiuti speciali nel periodo 2007-2010 conferite da ditte del nord Italia nonché dalla Fergeo srl.
b) Art 110 e 256 comma 3 d.lgs 152/2006 - attività di gestione di rifiuti non autorizzata - (pena prevista arresto da tre mesi a un anno o ammenda da €2.600 a €26.000)
per aver gestito, in concorso tra loro, una discarica non autorizzata di rifiuti non pericolosi
c) Art 16 d.lgs 59/2005 ora sanzionato dall’art. 29 quattordecies, comma 2, d.lgs 152/2006 (ammenda da 5.000 euro a 26.000 euro)
per non aver osservato le prescrizioni dell’autorizzazione regionale in particolare riguardo alla fuoriuscita del percolato.
d) Art 256 comma 2, d.lgs 152/2006 per aver abbandonato sul suolo in modo incontrollato il percolato prodotto dalla stessa discarica.
Tutto ciò al fine di interrompere lo smaltimento ed il conferimento in discarica di rifiuti speciali, a fronte dell’intervenuto superamento dei limiti autorizzati e sul presupposto della ricorrenza di un’ipotesi di confisca obbligatoria poiché esiste il concreto rischio che gli indagati potessero reiterare i reato contestati come sostenuto dal GIP nell’ordinanza di sequestro.
L’area sotto sequestro viene affidata al Sindaco pro-tempore di Casalpusterlengo, nominato custode giudiziario.
Di seguito, un breve riepilogo cronologico della vicenda Pantaeco.
24/03/2010: Primo sequestro
08/09/2010: Dissequestro da parte dell’A.G. al fine di adempiere le prescrizioni del’Ente
06/04/2011: Dip. Ambiente emette determina di sospensione del’attività per inadempimento delle prescrizioni
È importante sottolineare che tutti i reati riguardanti il traffico di rifiuti ai sensi dell’art. 51 ter/bis adesso sono di competenza esclusiva della Direzione Distrettuale Antimafia, con la quale si è iniziata una costante collaborazione.
Foroni: “spiace per i lavoratori. Forse ora anche a loro saranno più chiare le responsabilità di questa vicenda”
Le sue preoccupazioni sono rivolte ai lavoratori della Pantaeco, ma al tempo stesso il susseguirsi delle vicende giudiziarie relative alla discarica di Coste Fornaci convince sempre più il Presidente della Provincia di Lodi, Pietro Foroni, di aver agito nei mesi scorsi all’insegna della tutela della legalità.
“Ora non è più un accanimento della Provincia contro Pantaeco, come qualcuno aveva voluto far intendere, soprattutto ai lavoratori e alle loro famiglie. Ora a muoversi è la Procura milanese, e lo fa nello stesso solco nel quale aveva agito la Provincia di Lodi. Ammetto di essere rimasto molto male dinanzi allo striscione che venne esposto fuori dalla Provincia da parte di alcuni lavoratori poche settimane fa. Ora mi aspetto quanto meno un segnale di distensione”.
Massimo rispetto e massimo sostegno, dunque, all’operato del Dipartimento Ambiente della Provincia, che nei mesi scorsi aveva portato all’attenzione generale i problemi relativi all’impianto di Pantaeco, e alla Polizia Provinciale, che ieri ha fisicamente operato il sequestro.
“L’ho ribadito ancora di recente: la proprietà ha avuto mesi e mesi di tempo per mettersi in regola con le prescrizioni che le erano stata rivolte, e non ha mosso un dito, forse nella convinzione che la posizione occupazionale dei lavoratori potesse fare da scudo. Ma qui, in Provincia di Lodi, prima di tutto deve vigere un ambiente di legalità, con i fatti e non solo nei convegni”.