“La
Provincia di Lodi e' stata l’unica Provincia lombarda ad essere
inclusa nel Decreto 138/2011. Questo fatto, sotto molti punti di vista, risulta
incomprensibile oltre che ingiusto, soprattutto in considerazione delle
motivazioni espresse durante la presentazione del Decreto stesso, che doveva
avere come scopo primario il risparmio delle risorse nazionali. Nei fatti,
invece, si è visto che il risparmio si sarebbe tradotto nell’individuare
l’1,5% della spesa pubblica complessiva riservata a tutte
le Province del paese, ridurne solo alcune e trasferire i relativi costi sulle
Regioni, che avrebbero dovuto farsi carico delle funzioni lasciate dalle
province senza però rispondere alle esigenze del
territorio, insomma una confusione fra costi, competenze e responsabilità”.
Queste le parole del Presidente
della Provincia di Lodi, Pietro Foroni, pronunciate nel corso del suo
intervento durante la riunione straordinaria indetta dall’Unione
Province Lombarde (UPL) e tenutasi oggi a Milano, Palazzo Isimbardi, per
discutere sulla manovra di agosto che includeva tagli degli enti locali.
“Il
Decreto - spiega il presidente Foroni - risulta essere incompleto anche per la
parte attuativa dello stesso, prevedendo il taglio delle province entro il 2014
ma non dicendo nulla sull’eventuale commissariamento dopo
quella data, pensando, utopisticamente, che si sarebbero potute risolvere e
trasferire tutte le funzioni entro pochi anni. I risparmi di spesa, inoltre,
non sarebbero stati in linea con quelli preventivati dal Governo, perchè,
si sarebbero innescati meccanismi tali da rendere difficoltosa la gestione
delle funzioni territoriali fino ad oggi di competenza territoriale mentre un
domani, probabilmente, gestiti da super funzionari con ampie competenze
amministrative ma privi di ogni mandato popolare. Per quanto riguarda il
personale oggi in forza alle Province, anch’esso
si sarebbe dovuto trasferire alle Regioni, con ulteriore aggravio della spesa
oggi riservata a tale voce di bilancio e una contemporanea diminuzione delle
preziose sinergie impiegate e pensate per il territorio sul territorio. Per
tale motivi, UPL deve prendere una forte posizione –
continua Foroni – in linea con i legittimi principi
d’autonomia ed indipendenza a noi propri, individuati dal
Legislatore costituente per guidare i nostri territori con la necessaria libertà
che ci consente margini di competenza tali da poter amministrare le Province,
forti di un mandato elettorale espresso dai cittadini, i quali, poi,
usufruiranno dei servizi e quindi potranno giudicare e toccare con mano il
lavoro svolto dai loro amministratori e non da burocrati nominati da altri
apparati amministrativi.
Altro problema, invece, è
la revisione Costituzionale delle autonomie locali - spiega ancora Foroni -
verso la quale esprimo parere favorevole, anche se con importanti principi a
mio avviso inderogabili: è inimmaginabile credere di poter
trasferire tutte le competenze senza creare organismi territoriali intermedi
tra Comuni e Regioni, che possano farsi carico delle gravose competenze dei
territori oggi affidati alle Province; non è
tagliando gli Enti territoriali che si possono risparmiare i soldi, bensì,
tagliando i diversi e molti sprechi che oggi sono sotto gli occhi di tutti. E’
agendo così che gli Enti territoriali potranno poi disporre di
maggiori risorse da destinare ai servizi per i cittadini. Sembra un concetto
semplice, ma si tratta di un riepilogo che andrebbe invece applicato con
maggiore rigore. Per questo motivo, credo fermamente che le competenze
territoriali debbano essere aumentate e non ridotte.
La Provincia di Lodi –
conclude Foroni – negli ultimi anni è
stato un’Ente virtuoso, che ha saputo risparmiare risorse
aumentando i servizi ai cittadini. Vincolati da un patto di stabilità,
senza il quale avremmo potuto disporre di maggiori risorse. In ogni caso, siamo
stati in grado di dare risposte concrete e tangibili ai molti problemi del
nostro territorio. Ed e’ proprio con questo spirito che
dobbiamo continuare a difendere i principi di autonomia e territorialità,
sconfiggendo gli sprechi che si trovano in altre parti del bilancio del paese”.