Borghetto: «Noi siamo disponibili, ma tutti devono fare la loro parte»

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(31 marzo 2011)

Accoglienza solo se necessaria e condivisa da tutti, anche in merito alle esigenze logistiche e di ospitalità: a queste condizioni il comune di Borghetto farà la sua parte nell’eventuale accoglienza di profughi provenienti dal Nord Africa. Il sindaco Franco Rossi ha ribadito la posizione dell’amministrazione nel corso del consiglio comunale andato in scena mercoledì 30 marzo.

A suscitare il chiarimento è stata l’interrogazione presentata dalla Lega nord dopo che negli ultimi 15 giorni in Borghetto si erano diffuse le più disparate voci rispetto alla volontà del comune di dare accoglienza ai profughi nordafricani. Visto la numerosa presenza di pubblico in sala, il consigliere Marzio Merlini della Leganord ha chiesto e ottenuto che l’interrogazione fosse discussa subito come primo punto all’ordine del giorno.

«Vogliamo sapere quali sono le reali intenzioni dell’amministrazione a proposito dell’eventuale accoglienza di profughi dal Nord Africa, visto che in paese sono circolate voci incontrollate su presunte tendopoli per ospitare fino a 200 o 300 immigrati - ha spiegato Merlini -. Sappiamo che l’esigenza parte dal governo centrale, ma vogliamo capire l’atteggiamento dell’amministrazione di Borghetto al proposito, prima di tutto per chiarire formalmente la vicenda. I profughi hanno diritto a essere accolti, con le forme opportune, ma se ci fossero anche clandestini, quelli devono essere rispediti a casa».

Domanda e risposta sono state svolte in un clima molto pacato che non ha dato seguito alle polemiche invece dei giorni scorsi. Così il sindaco Franco Rossi ha potuto spiegare le scelte e le voci circolanti, partendo con una ricostruzione dettagliata della vicenda.

«Un mese fa siamo stati contattati dalla prefettura che ha voluto conoscere la nostra disponibilità a far fronte all’emergenza umanitaria che andava profilandosi - ha risposto Rossi -. A quel punto abbiamo semplicemente risposto che, come da piano della protezione civile, disponiamo ovviamente di un’area adatta a far fronte alle emergenze, e che in caso di necessità quell’area sarebbe stata a disposizione». Il che però non deve essere interpretato come un via libera per l’invio di profughi a Borghetto. «Se fosse necessario, se tutti facessero la loro parte condividendo scelte e responsabilità, allora e solo in quel caso Borghetto non direbbe di no, ma sarebbe pronto a fare la sua parte, anche perché di fronte a un’emergenza umanitaria non ci si può tirare indietro - ha concluso Rossi -. Ciò non significa che vogliamo i profughi qui, ma solo che noi siamo pronti e siamo disponibili come sempre a fare la nostra parte. A patto che tutti facciano la loro».