Vertice in prefettura sugli incendi “sospetti” nel Lodigiano. All’indomani del maxi rogo di Marudo, l’ultimo di una lunga serie, scoppiato sabato pomeriggio in una cartiera, Peg Strano Materia ha convocato nel palazzo del governo a Lodi le forze dell’ordine, il sindaco di Lodi e quelli dei comuni coinvolti dagli incendi, oltre alla Provincia, per fare il punto della situazione e capire come intervenire per scongiurare altri episodi e rendere per così dire la vita difficile ai criminali che si nascondono (ma dovrà essere solo la magistratura a dirlo) dietro questi episodi.
«È stato un atto dovuto - spiega il prefetto di Lodi - per far sentire la vicinanza dello Stato, in tutte le sue componenti, alle popolazioni colpite. Fin dal primo momento la situazione degli incendi è stata seguita con la massima attenzione ed è stata oggetto di tutte le riunioni con le forze dell’ordine. Ora abbiamo voluto estenderlo alle amministrazioni locali, perché si tratta di episodi che riguardano la sicurezza dei cittadini a 360 gradi».
In particolare, quindi, le amministrazioni dovranno intensificare la difesa “passiva” del territorio, installando per esempio le telecamere per la videosorveglianza nei punti più critici, compresi quelli nelle vicinanza degli impianti potenzialmente a rischio. Mentre le polizie locali e la Provinciale dovranno aumentare ancora i loro sforzi per dare un aiuto alle forze dell’ordine nel controllo del territorio, con l’impiego di uomini e mezzi. «Sull’origine degli incendi e su un possibile collegamento fra di loro, comunque, dovrà essere la magistratura a pronunciarsi» conclude Peg Strano Materia.
Meno cauto invece il presidente provinciale Pietro Foroni, che parla di una «regia comune» dietro la serie di incendi scoppiati nel Lodigiano: «Nutro piena fiducia nella magistratura, cui spetta il compito di fare le opportune verifiche. L’attenzione della Provincia resta alta e il monitoraggio del territorio è una priorità. Certo è che questi incendi non sembrano proprio episodi casuali, ma piuttosto legati da una regia comune». Sull’ultimo rogo, quello di Marudo, i sospetti che in effetti si sia trattato di un incendio doloso sono più di uno, in particolare perché i vigili del fuoco, al loro arrivo nello stabilimento sabato pomeriggio, si sono trovati davanti a due diversi incendi, scoppiati contemporaneamente in punti lontani fra loro, uno vicino all’ingresso e uno alla cabina elettrica e agli uffici.
Ieri, al comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, hanno partecipato i sindaci di tutti i comuni interessati dai roghi “sospetti” degli ultimi mesi, quelli scoppiati quando gli impianti erano chiusi e i macchinari spenti: Boffalora d’Adda (Livio Bossi), Ospedaletto Lodigiano (Eugenio Ferioli), Casale (Flavio Parmesani), naturalmente Marudo (Claudio Bariselli), Montanaso (Luca Ferrari) e Cavenago (l’assessore Stella De Angeli), mentre Giancarlo Cordoni di Lodi Vecchio non ha potuto essere presente per precedenti impegni. C’erano inoltre l’assessore alla sicurezza del comune di Lodi, Umberto Pensa, il presidente della Provincia PietroForoni, e tutti i rappresentanti delle forze dell’ordine, dal questore al comandante dei carabinieri fino alla Forestale.
Davide Cagnola