Manovra. Presidente Foroni: “Emendamento incostituzionale e penalizzante per i servizi ai cittadini. Si umiliano autonomie e capacità di Governo territoriale”


“Di male in peggio. L’ultimo emendamento alla manovra presentato oggi dal Governo Monti, ha notevoli incongruenze da tutti i punti di vista: è incostituzionale, distruttivo degli enti territoriali e non genererà i tanto decantati risparmi di spesa ma, al contrario, ne favorirà un aumento a causa della disorganizzazione amministrativa che si verrebbe a creare”. Questo il commento del Presidente Pietro Foroni illustrando l’ultimo emendamento presentato oggi dal Governo riguardante la riforma delle Province.
“Ci troviamo di fronte ad un’esaltazione delle incoerenze giuridico-costituzionali. Il Governo Monti, così facendo, sembra essere totalmente inconsapevole delle conseguenze negative che subirebbero i servizi pubblici essenziali se questi venissero trasferiti ad altri enti, Regioni e Comuni, privi di ogni capacità di riceverli e gestirli. Non solo, tutto l’apparato amministrativo verrebbe conservato con la creazione di uno nuovo, intermedio, gestito da una parte dei dipendenti oggi in forza alla provincia, svuotato, però, di ogni legittimità, con conseguente aggravio di costi e sprechi. Queste disposizioni, ingenerano solo confusione. Svuotano le amministrazioni territoriali delle loro competenze e non creano altro che disservizi ai cittadini, con un presumibile sensibile aumento della spesa pubblica.
“Il risparmio preventivato è di 64milioni di euro. Meno dello 0,2% dell’attuale manovra da 34miliardi e meno dello 0,0001% dell’intera spesa pubblica. A discapito, però, di gravi situazioni organizzative inerenti la gestione di funzioni oggi gestite dagli enti provinciali: Sanità, viabilità, istruzione, scuole, polizia ambientale, risorse idriche, gestione dei rifiuti, controllo delle aziende partecipate che erogano servizi pubblici essenziali, quali: trasporti, ospedali e scuole, solo per citarne alcune”.
“Questo sarebbe il preludio di conseguenze che inevitabilmente ne genererebbero altre, con consequenziali soppressioni o riorganizzazioni di: Prefetture, Questure, Comandi provinciali dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, Provveditorati agli studi, Motorizzazioni civili. Un vero smantellamento di tutto l’apparato organizzativo statale”.
“I mandati elettivi delle Province non possono essere sospesi o commissariati, ancor più grave è quando questo viene fatto da un Governo tecnico, reintroducendo norme che sono già state considerate palesemente incostituzionali e per questo cancellate. Ci troviamo di fronte ad una situazione che ha dell’incredibile, assumendo toni del “qualunquismo” oltre che al più grande attacco alla democrazia e alla libertà dal dopoguerra ad oggi. Una vera umiliazione del diritto delle autonomie territoriali sancito nella Costituzione. L’articolo 1, infatti, dice che la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nei limiti della Costituzione. L’art 5 che la Repubblica riconosce e promuove le autonomie locali,  e non le può certo sopprimere per decreto. L’art. 114 stabilisce che la Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato e che gli enti locali sono autonomi secondo i principi fissati dalla Costituzione. Il Presidente della Repubblica, con la stessa enfasi attribuitagli nel promuovere questo Governo, deve intervenire nella sua veste di garante della carta costituzionale da lui ampiamente difesa in passato e, oggi, minacciata dalle stesse persone che beneficiano della sua fiducia. Non possono esistere due pesi e due misure”.
“Le disposizioni approvate sono palesemente in contrasto con i principi e le disposizioni costituzionali che disciplinano i rapporti tra lo Stato e le autonomie territoriali, in particolare, gli articoli 5, 114, 117 (comma 2, lettera p) e comma 6), 118 e 119 della Costituzione e sono, altresì, incongruenti con i principi generali della disciplina degli enti locali del nostro ordinamento. Per questo motivo, se il decreto verrà approvato con questo emendamento, il ricorso alla Corte Costituzionale deciso ieri a Milano dall’UPI, Unione Province d’Italia, sarà una conseguenza inevitabile, in difesa degli enti del governo territoriale rappresentativi delle rispettive comunità e delle autonomie che esse rappresentano nelle strutture amministrative”.