''Dal Parlamento europeo un attacco alla famiglia''
“L’Unione Europa sta raggiungendo la più bassa credibilità dalla sua fondazione, preoccupandosi ormai solo di temi di astratto valore, per nulla attinenti alla realtà ed ai veri bisogni della gente e sempre più lontana dalle esigenze dei cittadini degli Stati membri. Così, invece di occuparsi di politica estera, crisi economica, immigrazione e criminalità, si trova ad affrontare questioni fortemente distanti dalle tradizioni cristiane e cattoliche dei rispettivi Stati. Trovo deprimente quello che sta accadendo in questi giorni, ed è seriamente preoccupante vedere che un Parlamento sovranazionale come quello di Strasburgo si preoccupi solo di affrontare questioni come quella del riconoscimento reciproco delle unioni omosessuali tra gli Stati membri. Un vero schiaffo alla sovranità e alle tradizioni cristiane e cattoliche del nostro Paese. E’ incredibile parlare del riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso, quando, prima, non si affrontano problematiche inerenti agli aiuti alle famiglie tradizionali, alle difficoltà che le stesse si trovano ad affrontare quotidianamente, alle false speranze e alle mancate illusioni”.
“Non può esistere matrimonio al di fuori di quello tra uomo e donna. Ma la prima firmataria dell’emendamento, la deputata olandese Sophie In’t Veld, invece di concentrarsi sulle politiche sociali e sui programmi di sostegno alla natalità, aiutando le giovani coppie a superare le molte difficoltà che si trovano ad affrontare, ha visto bene di presentare un emendamento allegramente approvato dal fronte della sinistra europea, che obbliga il Parlamento ad adeguarsi a tale nuovo indirizzo”.
“Una situazione umiliante, uno smacco alle nostre tradizioni cattoliche e culturali. L’Europa, ormai, affronta temi secondari e non si preoccupa delle vere emergenze che stiamo vivendo. E’ stato umiliante vedere che l’Alto rappresentante dell'Unione per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, Catherine Ashton, alla quale Monti si è rivolto per chiedere l’appoggio dell’Unione Europea sulla vicenda dei nostri marò illegalmente detenuti in India, non è neppure informata che la vicenda riguarda militari di uno Stato sovrano e non “guardie private”. Un altro smacco dall’Europa, distratta dai temi importanti ma ben attenta a chiedere sforzi agli Stati in fatto di politica monetaria e fiscale, per poi restituirci il nulla, se non il riconoscimento delle nozze fra persone dello stesso sesso. Temi che non hanno alcuna attinenza con le tradizioni cattoliche e cristiane fortemente radicate nel nostro territorio”.