Riorganizzazione delle Province, il Governo insiste nel considerare la cancellazione di questi enti intermedi come il ''toccasana'' per le casse dello Stato, quando in realtà la loro eliminazione varrebbe un risparmio irrisorio per i cittadini e la creazione invece di molti problemi nell'amministrazione del territorio. Sui giornali sono cominciate a comparire anche ipotesi di fusione tra Province vicine e ad esempio sul ''Corriere della Sera'' del 3 maggio la Provincia di Lodi è stata accostata a quella di Cremona. Ma il Presidente Foroni invita alla cautela. ''Siamo in una situazione di gravissima incertezza e confusione – ha detto intervenendo al Consiglio Provinciale del 3 maggio -. L’accorpamento, che si faccia o non si faccia, non può avvenire con legge ordinaria'', e ha ricordato i ricorsi delle Regioni italiane contro l'ipotesi di cancellazione delle Province con scorciatoie legislative. ''Per l’istituzione di nuove Provincie – ha poi aggiunto - bisogna sentire anche i Comuni interessati''.
In quello stesso giorno, a Como, si è riunita in via straordinaria la Consulta Upl dei Presidenti dei dei Consigli provinciali lombardi, cui ha preso parte anche il lodigiano Massimo Codari: "I 12 Consigli provinciali lombardi istituiranno un Tavolo di lavoro per giungere in sinergia con il Direttivo Upl dei Presidenti delle Province ad una proposta concreta e condivisa di accorpamento dei propri enti da presentare a Regione e Governo" è stato spiegato alla fine dell'incontro ospitato non a caso dalla sede centrale della Provincia di Como, una delle quattro commissariate dal decreto Salva Italia. L’incontro è stato convocato su richiesta della Commissione speciale per il futuro della Provincia di Monza e della Brianza per esaminare in via preliminare una proposta di accorpamento elaborata in collaborazione con i territori limitrofi, in primis Lecco, in favore della costituzione di una “Grande Brianza”. Un’idea per ora solo abbozzata, che sarà sicuramente oggetto di discussione nel corso dell’apposito Tavolo costituito il 3 maggio dall’UPL. "Abbiamo scelto di riunirci qui come atto simbolico – hanno affermato i Presidenti dei Consigli - per testimoniare quanto sia assurdo e controproducente non sapere ancora, ad oggi, come si concretizzerà questa sbandierata riforma delle Province, un'incertezza che compromette in modo preoccupante il buon governo del territorio".
Le Province hanno appreso con favore l'appello che la BCE, nei scorsi giorni, ha rivolto al Governo sulla necessità di accorpare le Province per ottenere un reale risparmio dei costi: "Finalmente – hanno sottolineato - la demagogica parola eliminazione, madre del decreto Salva Italia, è stata messa in discussione da una fonte autorevole che le contrappone un'iniziativa di reale razionalizzazione dei costi, presentata ormai mesi fa anche dall’Unione delle Province d’Italia, rispettosa della Costituzione e, soprattutto, del principio di rappresentatività democratica." Di qui la decisione della Consulta UPL di elaborare un piano comune di accorpamento, invitando al confronto anche tutti i territori interessati: "Da subito le Province si sono dimostrate, con i fatti, disponibili a fare la propria parte per alleggerire la spesa pubblica e vogliono continuare a farlo. Ridurre il numero delle Province è necessario, per questo crediamo che il Tavolo di lavoro UPL, grazie al contributo di tutti coloro che sono stati eletti e hanno un legame diretto con i cittadini, possa essere la sede più indicata per stabilire nuovi confini efficaci e rispettosi delle esigenze di ciascun territorio”.