Riforme PAC. Assessore Boneschi “un danno per gli agricoltori lodigiani”


“Una stangata che purtroppo era nell'aria”. Si aggiunge anche la voce dell'Assessore all'Agricoltura della Provincia di Lodi, Matteo Boneschi, alle reazioni critiche scatenate dal pacchetto di riforme della Politica Agricola Comunitaria che la Commissione europea ha approvato mercoledì scorso. Spaventano soprattutto i conti della nuova manovra comunitaria, che nel periodo 2014-2020 prevedono per il Paese un taglio dei sussidi all’agricoltura di circa il 7%. Ma altre novità della proposta sembrano penalizzare ulteriormente gli agricoltori del nord, per i quali gli aiuti diretti sarebbero destinati a subire ulteriori restrizioni.
“Gran parte delle novità relative alla PAC erano state anticipate, nei contenuti essenziali, in precedenti documenti di indirizzo della Commissione, ma ora abbiamo elementi più certi su cui discutere e fare le nostre valutazioni – spiega Boneschi, che rappresenta una tra le Province più importanti d’Europa per la produzione maidicola e zootecnica -. Al di là della riduzione che colpisce tutti gli agricoltori del Paese, ci preoccupano gli orientamenti che tendono comunque a penalizzare ancora di più i produttori, come quelli della nostra Provincia, che esprimono un modello di agricoltura più evoluto, grazie al quale si realizzano i più alti livelli di produzione, sia nella coltura cerealicola che nella zootecnia da latte.” Boneschi contesta, infatti, l’applicazione di un metodo di calcolo degli aiuti diretti che penalizza la capacità produttiva delle aziende, mentre fa prevalere un criterio di distribuzione delle sovvenzioni basato sulle superfici, a prescindere dalla loro rendita. “I criteri in vigore fino ad ora – chiarisce l’Assessore Boneschi – premiavano le nostre migliori aziende zootecniche, che percepiscono oggi un aiuto per ettaro tra i più alti d’Italia, corrispondente all’elevata capacità produttiva del territorio”. In prospettiva, questo riconoscimento è destinato a ridursi significativamente, secondo un principio di convergenza che si propone di limitare le attuali differenze negli aiuti erogati tra i diversi agricoltori e tra gli Stati membri. “Un altro aspetto che non ci convince nelle nuove regole – prosegue Boneschi - è quello che lega il 30% degli aiuti per ettaro al rispetto di determinate pratiche ambientali, quali la diversificazione delle colture, il mantenimento dei pascoli o delle coperture erbose: è certo buona cosa favorire il miglioramento dell’ambiente rurale, ma non vorremmo che questo comportasse l’introduzione di impegni troppo gravosi per le imprese o addirittura incompatibili con le nostre tradizioni colturali”. In sostanza, secondo l’Assessore, questa riforma non sembra rispettare, com’era nelle premesse, l’obiettivo prioritario di garantire, attraverso gli aiuti della Comunità europea, la sicurezza alimentare, non solo in termini di qualità dei prodotti, ma anche di quantità di produzioni necessarie a soddisfare il fabbisogno alimentare della popolazione europea, sempre più condizionata da crescenti importazioni dall’estero. “Fortunatamente – rileva sempre Boneschi – l’iter per l’approvazione di queste proposte è ancora lungo e le nuove procedure di codecisione, che coinvolgono in modo determinante il Parlamento Europeo, offrono certamente ampie possibilità di discussione e di correzione di alcune scelte. Sarà decisivo il ruolo che i nostri Parlamentari europei sapranno svolgere, interpretando con la giusta determinazione la preoccupazione che il Governo Italiano, con l’appoggio di tutte le Regioni, sta esprimendo in questi giorni”.
Non mancano tuttavia anche le novità positive nelle proposte della Commissione, alcune delle quali di specifico interesse per il Lodigiano. “Il tema dell’agricoltura della conoscenza – conferma Boneschi – è sicuramente uno di quelli che ci sembra più stimolante. Si tratta di incrementare lo sforzo per la ricerca agronomica, anche attraverso interventi mirati per agevolare il trasferimento di conoscenze dai laboratori ed istituti che si occupano di questi temi alle aziende di produzione e di trasformazione che ne possono usufruire per accrescere la propria competitività”. Su questo versante la Provincia di Lodi è in prima linea, con una forte presenza di istituti specializzati in agricoltura e, soprattutto, con la grande risorsa rappresentata dal Parco Tecnologico Padano.
Positiva, a giudizio dell’Assessore, è anche la volontà di individuare strumenti volti a ristabilire equilibrio all’interno della filiera, garantendo una migliore ripartizione del valore aggiunto tra produttori e trasformatori. “L’introduzione della contrattazione obbligatoria in tema di latte, con un rafforzamento del potere contrattuale dei produttori, potrebbe andare in questa auspicata direzione. Una buona cosa può essere anche l’introduzione del “place of farming”, con cui il concetto di origine del latte prodotto troverebbe un giusto livello di valorizzazione sul mercato. E’ un nostro cavallo di battaglia da sempre – conclude Boneschi – e speriamo che anche nelle nuove strategie di marketing promosse dalla UE possano essere riconosciute iniziative pilota come quella che abbiamo condotto, in coraggiosa solitudine, con il nostro marchio “Lodigiano Terra Buona”.