da La Padania
Con la loro abolizione il far west delle competenze per scuole, strade, disabili, ambiente.
Enti locali in tilt
MILÀN - Il taglio della Province? Un atto incostituzionale e, incredibilmente, destinato a far
lievitare la spesa pubblica. Chi aveva parlato
di manovra da “ragionier Fantozzi” aveva visto bene e ogni giorno è
buono per svelare il bluff
del Governo Monti, tutto
tasse e gaffes.
L’ennesima conferma
è arrivata ieri dal vertice
dei presidenti delle Province lombarde, riuniti a
Milano a Palazzo Isimbardi per fare il punto
della situazione e unire
le forze. Anche il taglio
irrazionale dato in pasto
all’opinione pubblica,
conti alla mano, peserà
sui Comuni che si troveranno costretti aumentare ulteriormente le tasse. Incredibile!
Presente anche Valerio
Onida, costituzionalista per eccellenza ed ex
presidente della Corte
costituzionale, il dibattito ha fatto emergere
tutti i paradossi e le contraddizioni della manovra. In primis l’incostituzionalità del provvedimento della banda guidata da Mario Monti,
che con l’articolo 23 di
fatto cancella con un
tratto di penna le province e crea una confusione amministrativa
sulle funzioni di coordinamento delle Regioni.
Ma il paradosso davvero fantozziano sta nella lievitazione dei costi,
dal momento che i dipendenti provinciali
hanno stipendi più bassi rispetto ai colleghi della Regione. Una inattesa promozione, quella
dei pubblici dipendenti,
che solo per le ricadute
in provincia di Milano
annienterebbe i benefici
del taglio di tutte le province italiane. «Diciamo
che la spesa per i dipendenti aumenterebbe
in media del 25% (l’Upl
stima come minimo il
20%, altri presidenti alzano l’asticella al 28,5%)
– conferma Dario Galli,
presidente della Provincia di Varese – Un nostro
geometra passerebbe da
1400 a 1700 euro al mese, per capirci. E poi c’è
il famoso studio della
Bocconi, che in pratica
dice al suo ex rettore che
sta sbagliando tutto».
L’analisi commissionata all’ateneo milanese
dall’Unione province
italiane e presentato a
Roma il 6 dicembre
scorso è un boomerang
micidiale per il Governo
dei professori. Tanti numeri e poca filosofia, il
quadro che ne emerge è
quello dell’inutilità del
taglio delle province, da
bilanciare semmai con
un più efficiente riassetto. Gli stessi “costi della
politica” assommano a
soli 113,63 milioni di
euro l’anno, coprendo
l’1,4% della spesa cor-
rente degli enti. Una inezia. Via le province, non
solo i cittadini si troverebbero a pagare di più
per gli stipendi dei pubblici dipendenti, ma il far west delle competenze (scuole, strade, persone con disabilità, ambiente, eccetera) manderebbe in tilt gli enti
locali. «Il trasferimento
di funzioni verso i comuni - certifica la Bocconi - non migliora l’efficienza del sistema ed
espone, inoltre come già
rilevato, al rischio che
esso avvenga senza trasferire le risorse amministrative connesse che rimarranno sottoutilizzate mentre i Comuni
dovranno dotarsi di risorse aggiuntive». Tradotto: nuove tasse. «Come si capisce è
una farsa – taglia corto
Leoardo Carioni presidente della Provincia di
Como dal 2005 alla guida anche dell’Upl – La
gente non sa nemmeno
cosa facciano le province. Purtroppo continuando a dire che il cavallo è zoppo, ormai ci
credono tutti... Noi siamo compatti, il taglio
non serve a nulla ed è incostituzionale. Come
ha spiegato bene Onida
- sottolinea Carioni - la
Costituzione è molto
chiara: le Province sono
enti di governo locale e
devono avere funzioni
amministrative proprie
e autonomia finanziaria. Incidere sulla loro
natura e organizzazione
è esclusivo compito della Legge Costituzionale.
Pertanto è palesemente
illegittimo un decreto
legge che, come quello
approvato dal Governo,
degrada le Province a
enti di secondo grado
adibiti a funzioni di
coordinamento delle attività proprie dei Comuni». Ora la palla passa al
presidente della Regione, Roberto Formigoni, l’unico titolato a presentare un eventuale ricorso sulla scia di quello già annunciato da Roberto Cota in Piemonte
e da Luca Zaia in Veneto. «Sono stato fra
quelli che hanno supportato l’impugnativa
costituzionale – spiega
Pietro Foroni, presidente della Provincia di
Lodi - Anche Regione
Lombardia predisponga
ricorso d’incostituzionalità. La difesa delle
Province è una difesa
delle nostre autonomie e
del delicatissimo ruolo
che svolgono sui territori per mezzo delle loro
competenze».
Chiosa Galli: «Formigoni dovrà decidere se
svuotare le province o
difendere il territorio».
L’appuntamento è per
venerdì pomeriggio, alle
16,30, al Pirellone. Il
tempo per il ricorso scade il 4 febbraio.