“La situazione è già ora insostenibile. Non accetteremo ulteriori riduzioni dei servizi postali resi alla popolazione del Lodigiano”: Pietro Foroni, Presidente della Provincia di Lodi, chiede più efficienza alle Poste e dice no al progetto che vorrebbe estendere ad altri Comuni del territorio le cosiddette aperture “a singhiozzo”: sportelli accessibili solo a giorni alterni per far fronte alla mancanza di personale.
“Già nei giorni scorsi avevamo raccolto l’allarme arrivato dai sindacati su questo fronte e oggi registriamo la fondata preoccupazione dei Sindaci di alcuni Comuni del Lodigiano che non sono disposti a veder penalizzati i loro concittadini. Sindaci che hanno chiesto l’intervento della Provincia e ai quali io non posso che garantire tutto il mio appoggio e il mio sostegno”. Il Presidente Foroni si riferisce ai timori espressi dal Sindaco del Comune di Mairago, Davide Tei, che si è fatto portavoce anche dei colleghi Daniele Saltarelli di Cavacurta, Paolo Belloni di Corno Giovine, Moreno Oldani di Villanova del Sillaro, Verusca Bonvini di Bertonico e Angelo Taravella di Ossago Lodigiano: “Ho anticipato al Presidente Foroni le nostre preoccupazioni e i contenuti di una lettera che domani (sabato 31 marzo 2012, nda) inoltreremo alla stessa Provincia, alla Prefettura e ai Sindacati per sollecitare un’azione comune del territorio su questo fronte e per chiedere tutti insieme un incontro urgente ai responsabili delle Poste, quelli di Lodi ma anche quelli a più alto livello – spiega il Sindaco Tei -. Abbiamo infatti appreso che Poste Italiane Spa nei prossimi giorni intende estendere il progetto di apertura a giorni alterni degli uffici postali anche nei nostri Comuni, dopo che nel 2011 la riduzione di giorni e orari era già stata attuata in altri otto paesi: Terranova dei Passerini, Valera Fratta, Corte Palasio, Crespiatica, Boffalora d’Adda, Cervignano d’Adda, Santo Stefano Lodigiano e a Casalpusterlengo nella frazione Zorlesco. Noi vogliamo scongiurare questa razionalizzazione. E’ vero – prosegue il Sindaco di Mairago - che la società Poste Italiane ha una forma giuridica di tipo privatistico, ma è pur sempre una società pubblica a tutti gli effetti, partecipata al cento per cento dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e deve perciò farsi parte diligente nel garantire un servizio pubblico che rimane essenziale, nonostante nei suoi bilanci i servizi postali tradizionali non siano la voce di maggior guadagno”.
Ecco dunque la richiesta di sostegno, che il Presidente della Provincia raccoglie appieno: “L’appello di questi Sindaci è l’appello di tutto il Lodigiano – dichiara Pietro Foroni -, perché dopo gli otto comuni del 2011 e questi sei nuovi centri, rischia di passare come assodato il concetto che razionalizzare significa solo tagliare i servizi, con il pericolo che una tale strategia si possa presto estendere anche ad altri paesi. Lo Stato, proprio in un momento in cui sta chiedendo sacrifici enormi ai propri cittadini e agli enti locali, dovrebbe mostrarsi almeno in grado di garantire servizi efficienti e all’altezza di quell’Europa cui dice di ispirarsi. E invece continua a tagliare. Hanno ragione i Sindaci che sostengono che la facciata di società per azioni e di interlocutore solo formalmente privato non autorizza le Poste a penalizzare il Lodigiano lasciando sguarniti gli sportelli in più giorni della settimana. Il bilancio della società è in attivo e allora bisognerebbe investire anche nel settore dei servizi tradizionali, tanto più importanti in centri piccoli, dove non esistono alternative soprattutto per quelle fasce di popolazione che sono già penalizzate su molti altri fronti. Non possiamo accettare nuovi tagli e riduzioni nella nostra provincia, chiediamo che si prendano in considerazioni soluzioni diverse e possibilmente partecipate. Anche perché non è ammissibile che la comunicazione ai Comuni venga fatta con un preavviso così breve: appena pochi giorni prima di introduzione di novità dirompenti che si vorrebbero imporre già a partire dalla metà di aprile. Mi muoverò personalmente con la Prefettura – conclude Foroni - per ottenere un tavolo di confronto che a brevissimo ridiscuta del merito e dei tempi di queste decisioni”.